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TRAGEDIA LIRICA IN DUE ATTI
DI
felice romani
MUSICA DEL MAESTRO CAV.
GAETANO DONIZETTI
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da rappresentarsi
AL J^EATF^O j^EGIO DI O I\I N O STAGIONE DI CARNEVAL-QUARES1MA 1871-71
Torino
TIPOGRAFIA TEATRALE DI B. SOM
Via Carlo Alberto^ 22.
AVVERTIMENTO
Enrico Vili Re d' Inghilterra, preso d'amore per Anna Bolena, ripudiò Catlerina d'Aragona , tua prima moglie , e quella sposò ; ma ben tosto di lei disgustato, e invaghito di Giovanna Seymour, cercò ragioni di sciogliere il secondo suo nodo. Anna fu accusata di aver tradita la fede coniugale, e com- plici suoi furono dichiarati il conte di Rochefort , suo fratello, Smeton, musico di corte, ed altri gen- tiluomini del Re. Il solo Smeton confessossi colpe- vole; e su questa confessione Anna fu condannata al supplizio con tutti gli accusati. È incerto ancora s'ella fosse rea Uanimo dissimulatore e crudele di Enrico Vili fa piuttosto credere ch'ella fosse inno- cente. L'autore del Melodramma si è appigliato a cotesta credenza , come più acconcia ad un lavoro da rappresentarsi in Teatro: per questo riflesso gli sia perdonato se in alcuna parte si discostò dalla Storia.
Qual siasi l'orditura dell'azione, ei non dice: sarà essa facilmente rilevata dal Lettore.
PERSONAGGI ATTORI
Enrico Vili, Re d'Inghilterra Valle Giovanni
Anna Bolena, sua moglie . Galletti-Gianoli Isabella
Giovanna Seymour, dami- gella di Anna .... Brambilla Tere<ìna
Lord R.ochefort, fratello di
Anna Rebottaro Nino
Lord Riccardo Percy . . . Prudenza Antonio
Smeton, paggio e musico
della Regina Lemaire Enrichetta
Sir Hervey, uffiziale del Re Manfredi Luigi
Cori e Comparse Cortigiani - Uffiziali - Lordi - Cacciatori - Soldati.
U azione è in Inghilterra: il primo atto a Windsor, il secondo a Londra. Epoca 1536.
ringoiato si omelie.
ATTO PRIKQ
SCENA PRIMA
Sala ne! castello di Windsor negli appartamenti delia Regina, (li luogo è illuminalo )
Coro di Cavalieri, die, passeggiando, discorrono sottovoce.
I. Nò venne il Re?
H Silenzio:
Ancor non venne I. Ed ella?
IL Ne geme in cor, ma simula»
ì. Tramonta ornai sua stella.
Tutti D'Enrico il cor volubile
Arde d'un altro amor. t Tutto lo dice.
IL lì torbido
Aspetto del Sovrano... I. Il parlar tronco...
IL li subito
Irne da lei lontano... Tutti Un acquetarsi insolito
Del suo geloso umor. Oh! come ratto il folgore Sul capo suo discese! Come giustizia vendica L'espulsa Aragonese! Fors'è serbata, ahi misera, Ad onta e duo! maggior.
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SCENA II. Giovanna Seymour, e detti.
Gio. »Ella di me, sollecita
»Piìi dell'usato, ha chiesto. »EUa.. perchè?., qual palpito! ))Qual dubbio in me si è desto! » Innanzi alla mia vittima )>Perde ogni ardire il cor. » Sorda al rimorso rendimi, »0 in me ti estingui, amor.
SGENA III. '
Anna seguitata dalle sue Dame, da Paggi e da Scudieri. Tutti le fanno corona. Smeton è nel corteggio. Silenzio.
Anna Si taciturna e mesta
Mai non vidi assemblea... Tu- stessa, un tempo
Lieta cotanto, richiamar non sai [a Gio.)
Sul tuo labbro un sorriso! Gio. E chi potria
Seren mostrarsi, quando afflitta ei vede
La sua Regina? Anna Afflitta, è ver, son io...
Nò so perchè... Smania inquieta, ignota,
A me la pace da più giorni invola. Sme. (Misera!)
Gio. (Io tremo' .ad ogni sua paròla.)
Anna Srnetón dov'è?
Sme. Regina!
Anna A me t'appressa. Non vuoi tu per poco
De" tuoi concenti rallegrar mia Corte,
Finché giunto sia il Re? Gio. (Mio cor, respira..)
Anna Loco, o Ledi, prendete. Smè. (Oh amor, m'inspira.]
[Siedono tutti. Un'arpa v recata a Srnetou, che canta la seguente Romanza)
' I.
Deli! non voler costringere A finta gioja iì viso: Bella è la tua mestizia Sicco.me il tuo sorriso. Cinta di nubi ancora Bella è così l'aurora, La luna malinconica Bella è nel suo pallor.
II,
Chi pensierosa e tacita Starti cosi ti mira, Ti crede ingenua Vergine Che il primo amor sospira: Ed obbliato il serto Ond'è il tuo crin coperto, Teco sospira, e sembragli Esser quel primo amor.
Anna (sorge commossa) Cessa. ..deh! cessa.. Sme Regina!., oh Ciel!.
Coro (Ella è turbata, oppressa.,)
Anna (Cosie, innocente giovane, :
Come m'hai scosso il core! Son calde ancor le ceneri Del mio primiero amore! Ah! non avessi il petto Aperto ad altro affetto, Io non sarei si misera Nel vano mio splendor.) Ma poche ornai rimangono (agli aztcèiti .Ore dr notte, io credo. Gio. L'alba è vicina a sorgere...
Anna Signori, io vi congedo.
• È vana speme attendere
Che ornai più giunga il Re.' Andiam, Seymour (si appoggia a le{ Gio. Che v'agita?
Anna Legger- potessi in me!
Non v'ha sguardo a cui sia dato Penetrar nel mesto core: Mi condanna il crudo fato, Non intesa, a sospirar.
Ah ! se mai di regio soglio
Ti seduce lo splendore,
Ti rammenta il mio cordoglio.
Non lasciarti lusingar. Gio. (Alzar gli occhi in lei non oso,
Non ardisco favellar.) Coro (Qualche istante di riposo
Possa il sonno a lei recar.)
(Anna parte accorapagnata da Gio. e dalle An- celle. L'adunanza si scioglie a poco a poco.)
SGENA IV.
Giovanna ritorna agitata dagli appartamenti della Regina.
Gio. Oh! qual parlar fu il suo!
Come il core mi colpi! - Tradita forse, Scoperta io mi sarei? Sul mio sembiante Avria lètto il misfatto? - Ah, no; mi strinse Teneramente al petto: Riposa ignara che il serpente* ha stretto. Potessi aimen ritrarre
Da questo abisso il piede; e far che il tempo Corso non fosse. - Ahi! la mia sorte è fissa, Fissa nel cielo come il dì supremo. Ecco, ecco il Pie... (d baite ad ima porta
Gio. va ad aprire.)
SCENA V. Enrico e detta.
Enr. Tremate voi?... '
Gto. Si, tremo.
Enr. Che fa colei?
Gio. Riposa.
Enr. Non io.
Gio. Riposo io forse? - Ultimo sia
Questo colloquio nostro... ultimo, o Sire; Ve ne scongiuro...
Enu E tal sarà. Vederci
Alla faccia del sole ornai dobbiamo: La terra e il cielo han da saper ch'io v'amo. Gio. Giammai, giammai.. .Sotterra
Vorrei celar la mia vergogna.^ Enr. È gloria
L'amor d'Enrico... Ed era tal per Anna Agli occhi pur dell'Inghilterra intera. Gio. Dopo l'Imene ei l'era...
Dopo l'Imene solo. Enr. E in questa guisa
M'ama Seymour? Gio. E il Re cosi pur m'ama?
Enr. Ingrata, e che bramate? Gio. Amore e fama.
Enr. Fama! Sì: l'avrete, e tale
Che nel mondo egual non fi a: Tutta m voi la luce mia, Solo in voi si spanderà. Non avrà Seymour rivale, Come il sol rivai non ha. Gio. La mia fama è a' pie dell'ara;
Onta altrove è a me serbata: E quell'ara è me vietata, Lo sa il cielo, il Re lo sa. Ah! s'è ver che al Re son cara, L'onor mio pur caro avrà. Enr. Si... v'intendo. (risentito) Gio. ^ Oh cielo! e tanto
È in voi sdegno? Enr. È sdegno e duolo.
Gio. Sire!...
Enr. Amate il Re soltanto.
Gio. Io!...
Enr. Vi preme il trono solo.
(a due}
Anna pure amor m'offrila Vagheggiando il soglio inglese... Ella pure il serto ambia Dell'altèra Aragonese... L'ebbe alfm; ma l'ebbe appena, Glie sul cfin le vacillò.
Per suo danno, per sua pena.
D'altra donna il cor tentò. Ah! non io, non io v'offrìa
Questo cor a torto offeso...
Il mio Re me lo rapìa, - Dal mio Re mi venga reso.
Più infelice di Bolena,
Più da piangere sarò. Di un ripudio avrò la pena,
Nè un marito offeso avrò. (Gio. s'alleni- Tu mi làsci? tana piangendo)
Il deggio.
Arresta.
Io no T posso.
Arrjsta: il voglio. Già l'aitar per te si appresta: Avrai sposo e scettro e soglio. Cielo!., ed Anna?
Io l'odio ..
Ah! Sire... Giunto è il giorno di punire. Ah! qual colpa!
La più nera. Diemmi un cor che suo non era... M'ingannò pria d'esser moglie; Moglie ancora m'ingannò. E i suoi nodi?
Il -Re li scioglie. Con qual mezzo?
Io sol lo so.
, (a due)
Ah! qua! sia cercar non oso...
No '1 consente il core oppresso...
Ma sperar mi sìa concesso
Che non fìa di crudeltà. Non mi costi un regio sposo
Più rimorsi, per pietà! Rassicura il cor dubbioso:
Nel tuo Re la mente acqueta...
Ch'ei ti vegga ornai più lieta
Dell'amor che sua ti fa.
11
La tua pace, il tuo riposo Pièno io voglio, e tal sarà. (Enr. parte dalla porta segreta: Già. entra negli appartamenti)
SCENA VI. Parco del castello di Windsor. — (E giorno)
♦
Percy, e Rochefort da varie parti.
Roc. Chi veggo?.. In Inghilterra (incontrandosi) Tu, mio Percy! (si abbracciano)
Per. Mi vi richiama, amico,
D'Enrico un cenno. .E al suo passaggio offrirmi,
Quando alla caccia ei mova; è mio consiglio.
Dopo si lungo esiglio
Respirar l'aura antica e il ciel natio,
Ad ogni cor è dolce, amaro al mio.
Roc. ' Caro Percy! mutato
Il duol non t'ha così, che a ravvisarti Pronto io non fossi.
Per. Non è duolo il mio
Che in fronte' appaja: raunato è tutto Nel cor profondo. — Io non ardisco, o amico, Della tua suora avventurar inchiesta...
IVoc. Ella è Regina... Ogni sua gioja è questa.
Per. E il ver parlò la fama?
Ella è infelice?. .11 Re mutato?..
Roc. E dura
Amor contento mai?
Per. Ren dici. . . ei vive
Privo di speme come vive il mio.
Roc. Sommesso parla
Per. E che temer degg'io?
Da quel dì che, lei perduta, Disperato in bando andai, . Da quei dì che il mar passai La mia morte cominciò. Ogni luce a me fu muta,
Dai viventi mi divisi:
Ogni terra ov'io m'ansisi
La mia tomba mi sembrò. Roc. E venisti a far peggiore
Il tuo stato a lei vicino? Per. Senza mente, senza core,
Cieco io seguo il mio destino
Par talvolta, in duci si fiero,
Mi sorride nel pensiero
La certezza che fortuna
I miei mali, vendicò (odonsi suoni di PiOC. Già la caccia si raduna... caccia]
Taci: alcuno udir ti può.
SGENA VII.
Escono da varie "parti. drappelli di Cacciatori , Paggi, Scudieri e Geriti armate di picche, ecc.
Coro Olà! veloci accorrano
I paggi, gli scudieri...
I veltri si dispongano. . . « S'insellino i destrieri...
Più che giammai sollecito
Esce stamane il Re. Per. Ed Anna anch'ella!... *
Roc. ' Acquetati,
Forse con lui non è. Per. Ahi così ne' dì ridenti
Del primier felice amore,
Palpitar sentiva il core
Nel doverla riveder. Di que' dolci e bei momenti,
Ciel pietoso, un sol mi rendi,
Poi la vita a me riprendi,
Perch'io mora di piacer. éJ\~^ Coro Si appressa il Re: schieratevi..-
Al Re si renda onor.
SCENA Vili.
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Tutti gli astanti si dispongono in due file. Roche- fcrt trae seco in disparte Percy. Entra Enrico e passa in mezzo alle file, ed Anna si presenta frammezzo alle sue Damigelle. Percy si colloca in modo da esser veduto da Enrico. Ervey e Guardie.
Enr. Desta sì tosto, e tolta Oggi al riposo?
Anna In me potea più forte
Che il desio del riposo Quel di vedervi. Ornai più di son corsi Ch'io non godea del mio Signor l'aspetto,
Enr. Molte mi stanno in petto
E gravi cure... Par mia mente ognora - s A voi fu volta: ne un momento solo Da voi ritrassi il mio vègHante sguardo. Voi qua, Percy!
Anna ^fife^ cn* vègg'iOi . . Riccardo!)
Enr. Appressatevi. ▼
Per. a (Io tremo.)
Enr. Pronto ben foste...
Per. fin solo istante, o Sire,
Che indugiato io mi fossi a far palese 11 grato animo mio, saria sembrato Errore ad altri, a me sembrò delitto. La man che me proscritto Alla patria ridona e al tetto antico,
UeVOlO IO D&LìU, .
Enr. Non la man d'Enrico.
Dell'innocenza vostra, Già da gran tempo secarla mi diede Chi, nullrito con voi, con voi cresciuto, Conosce delia vostr'uima il candore. Anna a! Ho..,
Per. * Anna!..
Anna (Non tradirmi, o core!)
Per. Voi/Re<nna!...E fja nur vero
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Anna Innocente... il regno intero
Vi credette... e vi difese... Enr. E innocente io vi credei,
Perchè tal sembraste a lei...
Tutto il regno, a me il credete,
Vera invaiti mallevador. Per. Ah, Regina! (si prostra e le bacia la
Anna Oh Dio ! Sorgete. mano]
Roc. (Ei si perde!)
Enr. Hervey. (con la massima
Her. • Signor, indiffenza)
(Per. si appressa a Roc, Enr. si trattiene dal lato
opposto con Her. Anna è nel mezzo, sforzandosi
di celare il suo turbamento)
(Tutti)
Anna (Io sentii sulla mia mano
La sua lagrima corrente... Della fiamma più cocente Si diffonde sul mio cor.)
Per. (Ah! pensava a me lontano: (a Roe.)
Me ramingo non soffrìa: Ogni affanno il^core obblia, Io rinasco, io spero ancor.)
Roc. (Ah! che fai! ti frena, insano: (a Per.)
Ogni sguardo è in te rivolto: Hai palese, hai scritto in volto Lo scompiglio del tuo cor.)
Enr. (A te spetta il far che vano (ad Her.) Non riesca il grande intento: D'ogni passo, d'ogni accento Sii costante esplorator )
Her. fNon indarno il mio Sovrano (ad Enr.] In me fida il suo disegno: Io sarò, mia fè ne impegno, De' suoi cenni esecutor.)
Coro (Che mai fia? si mite e umano Oggi il P^e, sì lieto in viso? Mentitore è il suo sorriso, È foriero del furor.)
Enr. Or che reso ai patrii lidi, (a Per. con bon E assoluto appien voi siete, In mia Corte, fra i più fidi,
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Spero ben che rimarrete. Per. Mesto, o Sire, per natura,
Destinato a vita oscura...
Mal saprei... Enr. (interrompendolo) No, no, lo bramo.
Rochefort, lo affido a te. Per la caccia ornai partiamo...
Anna, addio. . (con disinvoltura)
Anna [s'inchina] (Son fuor di me.)
(I comi danno il segnale della caccia) [Tutti j
Questo di per ^| spuntato
Con sì lieti e fausti auspici, Dai successi più felici Coronato splenderà. Per. f (Ah! per me non' sia turbato Anna \ Quando in ciel tramonterà.) Enr. j (Altra preda amico fato
( Ne' miei lacci guiderà.) [Anna parte colle Damigelle; Enr, col séguito dei cacciatori; Roc. e Per. da un'altra parte)
SCENA IX.
Gabinetto nel C- stello che mette alTinrerno delle stanze di Anna.
Smétoii solo. -
È sgombro il loco... Ai loro ufficii intente
Stansi altrove le Ancelle. ..e dove alcuna
Me qui vedesse, ella pur sa che in quelle
Più recondite stanze, anco talvolta
Ai privati concenti Anna m'invita.
Questa da me rapita [si cava dal seno un ritratto)
Cara immagine sua, ripor degg'io
Pria che si scopra l'ardimento mio.
Un bacio ancora, un bacio,
Adorate sembianze .. Addio, beltade
Che sul mio cor posavi,
E col mio core palpitar sembravi.
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» Ali ! pare a che per incanto » Rispondessi al mio soiTrir;
»Che ogni stilla del mio pianto ^Risvegliasse un tuo sospir.
»A tal vista il core audace, » Pieri di speme e di desir,
»Ti scopria l'ardor vorace »Che non oso a lei sooj
Odo romor... Si appressa A queste stanze alcun... troppo indugiai...
(si cela dietro una cortina]
SCENA X.
Anna e Rochefort.
Anna Cessa ., tropp'oitre vai... Troppo insisti, o fratello..
Roc.
Un sol momento
Ti piaccia udirlo: alcun periglio, il credi,
Correr non puoi... bensì lo corri, e grave,
Se fai col tuo rigore
Che il duol soverchi ogni ragione in lui. Anna Lassa! e éagion. del suo ritorno io fai!
Ebben... me T guida, e veglia
Attento sì che a noi non giunga alcuno
Che a me fede! non sia. Roc. Riposa in me. (parte)
Sme. (affacciandosi) (Nè uscir poss'io?... Che Anna Debole io fui... dovea
Ferma negar... non mai vederlo... » Ahi !
»Di mia ragion consiglio;
»Non ne ascolta la voce il cor codardo.
SCENA XI. Anna e Smeton nascosto.
Anna
Per.
Anna
SCENA. XII. Percy ed Anna, Eccolo!... io tremo!... io gelo!...
Anna!
Riccardo !
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Sien brevi i delti nostri, Cauti, sommessi. - A rinfacciarmi forse Vieni la fè tradita? Ammenda, il vedi, ^ Ampia ammenda ne feci: ambiziosa,
Un serto io volli, e un serto ebb'io di spine. Per. io ti veggo infelice, e l'ira ha fine. La fronte mia solcata Vedi dal duolo: io te '1 perdono; io sento Che a te vicino, de' passati affanni Potrei scordarmi, come, giunto a riva, li naufrago nocchiero i flutti obblìa. Ogni tempesta mia
In te s'acqueta, vien da te mia luce... Anna Misero! e quale speme or ti seduce? Non sai che moglie io sono?. . Che son Pieghi a? Per. Oh! non Io dir1. No 'i debbo,
No '1 so saper. Anna per me tu sei, Anna soltanto. Ed io non son ristesso Riccardo tuo?... quel che t'amò cotanto... Quel che ad amare t'insegnò primiero?... E non t'abborre il Re... Anna Mi abborre, è vero.
Per. »S'ei t'abborre, io t'amo ancora,
5)Oual t'amava in basso stato: )>Meco obblìa di sposa ingrato »I1 disprezzo ed il rigor. »Un amante che t'adora
»Non posporre a rio Signor. Anna »Ah ! non sai che i miei legami, »Come sacri, orrendi sono... »Che con me s'asside in trono »X1 sospetto ed il terrori... »Ah! mai più, se è ver che m'ami, )>Non parlar con me d'amor. Per. »\hi! crudele!
Anna ^Forsennato!
j> Fuggi, va... te 'n fo preghiera. Per. ).>No, giammai.
Anna Ne oppone il fato
» Invi n e ih;] e b a r r i e r a Per. »1o la sprezzo.
Anna »ln Inghilterra
»Non ti trovi il nuovo albòr. »Ah! cadavere sotterra »Ei mi trovi... o teco ancor.
w
(a due)
»Per pietà del mio spavento,
»DeiForrore in cui mi vedi,
»Cedi ai preghi, al pianto cediy
»Gi divida e terra e mar. Cerca altrove un cor con Lento,
»Gui non sia delitto amar. »A1 tuo pie trafitto e spento
»Io cadrò, se tu lo chiedi;
»Ma ch'io resti mi concedi
» Solamente a sospirar. »Presso a te mi fìa contento
»I1 soffrire ed il penar. Parti, il voglio. Alcun potria (risoluta)
Ascoltarti in queste mura.
Partirò... ma dimmi pria,
Ti vedrò?... prometti... giura. No. Mai più.
Mai più! Sia questa
Mia risposta al tuo giurar, (snuda la- spada per trafiggersi) Ah! che fai! spietato! (gettando un grido}
SCENA XIII. Smeton e detti.
Arresta!
Giusto Ciel!
Non ti appressar. (vogliono scagliarsi tino contro l'altro) Deh! fermate... io son perduta: Giunge alcuno... io più non reggo.
(si abbandona sopra una sedia)
SGENA XIV.
19
Roòhéfort accorrendo spaventato, e detti.
Eoe. Ah! sorella...
Sme. • Ella è svenuta.
Roc. Giunge il Re.
^ME- ( Il Re!!
Per. (
SGENA XV. - \ \ Enrico,. Hervey e detti.
Enr. 1 . ' Che veggo?
Destre armate in queste porte: In mia reggia nudi accia?' ! Olà, guardie.
SGENA 'XVI. !
Alla voce del Re accorrono i Cortigiani, le Dame, i Paggi e i Soldati* Indi Giovanna Seymour.
Per. Avversa sorte!
Coro Che mai fu? • ;
|JJ J Che dir? che far?
(un momento di silenzio] Enr. |frace ognuno, è ognun tremante!
Qual misfatto or qui s'ordìa?
Io vi leggo nel sembiante
Che compiuta è l'onta mia:
Testimoniò è il regno intero
Che costei tradiva il Re. Sme. Sire... ah! Sire .. non è vero.
io lo giuro al vostro piè. Enr. Tanto ardisci! - Al tradimento
Già sì esperto, o giovinetto? Sme. Uccidetemi s'io mento:
' Nudo, inerme io v'offro il petto, (gli Enr. Qual monile? cade il ritratto di Anna]
Sme. Oh Ciel!
Enr. Che vedo!
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AI mio sguardo appena ii credo !
Del suo nero tradimento
Ecco il vero accusator. Per. Anna Oh! angoscia! Sme. R.OC. Oh! mio spavento!
Anna Ove sono?... Oh mio Signor! (rinviene)
(si avvicina ad Enr. egli è fremente. Tacciono tutti)
(Tutti]
Anna In quegli sguardi impresso
Il tuo sospetto io vedo;
Ma per pietà lo chiedo,
Non condannarmi, o Re. Lascia che ii core oppresso
Torni per poco in se. Enr.' Bel tuo nefando eccesso
Vedi in mia man la prova.
11 lagrimar non. giova;
Fuggi lontan da me. Poter morire adesso
Meglio saria per te. Per. (Cielo 1 un rivale in esso,
Un mio rivai felice! • E* me l'ingannatrice
Volea bandir da sè? Tutta ti sfoga adesso,
Ira del fato, in me.) Gio. (All'infelice appresso
Poss'io trovarmi, o cielo!
Preso d'orror, di gelo,
Come il mio cor non è? Spense il mio nero eccesso
Ogni virtude in me.) Sme. Roù. (Ah! l'ho perduta io stesso,
Col/na ho la sua sventura!
Il giorno a me si oscura,
Non mi sostiene il piò. Poter morire adesso
Meglio saria per me.) Enr. • In separato carcere
Tutti costor sian tratti. Anna Tulli?... deh! Sire...
Enr. Scostati!
Anna Un detto sol. .
Enr. Ritratti!
Non io, sol dermo i Giudici
La tua discolpa udir. Anna Giudici! * ad Anna!!
Per., Sme., Ròte. Ahi! misera,
Gio., Coro (È scritto il suo morir!)
(Tutti) \
Anna i (Ah! segnata è la mia sorte,
Se mi accusa chi condanna.
Ah! di legge si tiranna
Al poter soccomberò. Ma scolpata dopo morte,
E assoluta un dì sarò.) Enr. (Sì, segnata è la tua sorte,
Se un sospetto aver poss'io.
Chi divide il soglio riiio
Macchia in terra aver non può. Mi fìa pena la tua morte,
Ma la morte a te darò.)
Percy, Giovanna, Smeton, Rochefort.
(Ah! segnata è la mia sorte; A sfuggirla ogni opra è vana: Arte in terra, o forza umana, Mitigarla ornai non può.
Nel mio core è già la morte, E la morte ancor non ho.) Coro (Ah! di quanti avversa sorte
Mali afflisse il soglio inglese, Un funesto in luì non scese Pari a quello che scoppiò
Innocenza ha qui la morte Che il delitto macchinò.)
FINE DELL'ATTO PRIMO.
ATTO SECONDO
SGENA PRIMA. Gabinetto che mette nìle stanze ov'e custodita Anna.
. Guardie alle porle.
Coro di Damigelle.
Oh! dove mai ne andarono
Le turbe adulatrici, ■
Che intorno a lei venivano
Ne' giorni suoi felici!
Seymour, Seymour medesima,
Da lei si allontanò. Ma noi per sempre, o misera
Sempre con te saremo,
0 il tuo trionfo apprestisi
0 iì tuo disastro estremo,
Pochi il destili, ma teneri
Cori per te lasciò. Eccola... afflitta e pallida,
Move a fatica il piede. (esce Anna: tutte lo vanno intorno. Ella siede, ecc.)
SCENA II.
Anna e dette r indi Hervèy con soldati.
Coro di Damigelle.
Regina!... rincoratevi:
Nel ciel ponete fede.
Hanno confin le lagrime,
Perir virtù non può. Anna 0 mie fedeli, o sole
A ine rimaste nella mia sventura Consolatrici, ogni speranza, è vero,
23
Posta è nel cielo, in lai soltanto .. In terra
Non v'ha riparo per la mia mina, (esce Her.)
Che rechi, Hervey? Her. Regina!!*...
Duolmi Tamaro incarco a cai m'elegge
Il Consiglio de' Pari. Anna Ebben? favella.
Her. Ei queste ancelle appella
ÀI suo cospetto. Coro Noi ! !
Anna Nel suo proposto
È cluuque fermo il Pie! Tanta al cor mio
Ferita ei recherà?... Her. Che dir poss'io?
Anna Piegar la fronte è forza
Al regale voler/ qualunque ei sia.
Dell'innocenza mia
Voi testimoni siate...
Tenere amiche... Coro Oh! di funesto!
Anna (abbracciandole] Andate.
(le ancelle partono con Her.)
SCENA ìli. Anna, indi Giovanna Seymour.
Anna Dio, che mi vedi in core,
Mi volgo a te... Se meritai quest'onta
Giudica tu. (siede e piange)
Gio. • Piange l'afflitta... Ahi! come
Ne sosterrò lo sguardo? Anna Ah! si gli affanni
Dell'infelice Aragonese inulti
Esser non denno, e a me terribil pena
il tuo rigor destina, ..
Ma terribile è troppo.., Gio. (si prostra a' suoi piedi) 0 mia Regina ! Anna Seymour!... a me ritorni!
Non mi obliasti tu?... Sorgi... Che veggo?
Impallidisci !... tremi ? .. A me tu rechi
Nuova sventura forse? Gio. Orrenda... estrema...
24
Gìoja poss'io recarvi;? Ah!... no... m'udite. Tali sono trame ordite, Che perduta voi siete. Ad ogni costo Vuol franti il Re gli sciagurati nodi Che Vi stringono a lui... La vita almeno... Se non il regio nome... La vita almen, deh, voi salvate! Anna E come?
Spiègati.
Gio. In dirlo io tremo ..
Pur dirlo io deggio. Il confessarvi rea, Dal Re vi scioglie e vi sottragge a morte. Anna Che dici tu? Gio. La sorte
Che vi persegue, altro non lascia a voi Mezzo di scampo. Anna. E consigliar me '1 puoi! !...
Tu, mia Seympurt !... Gio. Deh! per pietà...
Anna • . • Ch'io compri
CplPinfamia la vita? Gio. E infamia e morte
Volete voi? .. Regina?... oh Ciel ! cedete... Ye ne consiglia il Re... ve ne scongiura La sciagurata che l'amor d'Enrico Ha destinata al trono. Anna Oh: chi è costei?
La conosci? favella. - Ardire ch'ebbe Di consigliarmi una viltà?... Viltade Alla Regina sua.!!... parla: chi è dessa? Gio. Un'infelice... (singhiozzando) Anna E tal facea me stessa.
Sul suo capo aggravi un Dio Il suo braccio punitore. Gio. Deh! mi ascolta.
Anna Al par del mio
Sia straziato il vii suo cuore. Gio. Ah! perdono !
Anna Sia! di -spine
La corona ambita ai crine; (crescendo con furore; (Jio. si smarrisce] Sul guatici al del regio letto Sia la véglia ed il sospetto...
25
Fra lei sorga e il reo suo sposo
11 mio spettro minaccioso...
E la scure a me concessa,
Più crudel, le neghi il Re. Gio Ria sentenza!... io moro .. ah! cessa!
Deh! pietà, pietà... di me ! (prostrandosi]- Anna Tu!!... Che ascolto? Gio. ^ , Ah! sì, prostrata
È al tuo piè la traditrice. Anna Mia rivale !! Gio. Ma straziata
Dai rimorsi... ed infelice. Anna Fuggi... fuggi... Gio. Ah ! no: perdóno;
Dal mio cor punita io sono... [crescendo con 'passione. Anna s intenerisce)
Inesperta... lusingata.,.
Fui sedotta ed abbagliata...
Amo Enrico, e n'ho rossore...
Mio supplizio è questo amore...
Gemo e piango, e dal mio pianto
Soffocato amor non è. Anna Sorgi... ah! sorgi .. É reo soltanto
Chi tal fiamma accese in te.
(Valza e V abbraccia)
(a due] Ya infelice, e teco reca Il perdono di Bolena: Nel mio duo! furente e cieca T'imprecai terribil pena... La tua grazia or chiedo a Dio, E concessa a te sarà. Ti rimanga in questo addio L'amor mio, la mia pietà. Gio. Ah ! peggiore è il tuo perdono
Dello sdegno ch'io temea Punitor mi lasci un trono Del delitto ond'io son rea. Là ini attende un giusto Iddio. Che per me perdon non ha. Ah ! primiero è questo addio Dei tormenti che mi dà. [Anna rientra nelle sue stanze: Gio parte afflittissima]
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SCENA IV.
Vestibolo che melle alia saia ov'è adunalo ii Consiglio. Le porle sono chiuse, e gl'ingressi sono cuslodili dalle Guardie.
Coro di Cortigiani, indi Hervey.
Coro I. Ebben? dinanzi ai Giudici Quale dei rei fu tratto ? II. Smeton.
I. Ha forse il giovane Svelato alcun misfatto
II. Ancor l'esami ignorasi: Chiuso tutt'ora egli è.
Tutti Ah! tolga il ciel che il debole
Ed inesperto core
Sedur si lasci o vincere
Da speme o da timore;
Tolga ch'ei mai dimentichi
Che accusatore è il Re.
'(si apron le porte: esce Her.J Coro Ecco, ecco Hervey.
Her. Si guidino [ai soldati
Anna e Percy. che partono]
Coro (circondandolo) Che fìa?
Her. Smeton parlò.
Coro L'improvido Anna accusata avria?
Her. Colpa ei svelò che fremere
• Ed arrossir ne fe\ Ella è perduta.
Coro Ahi ! misera!
(Accusatore è il Re.)
SCENA V. Enrico, Hervey e Coro.
Her. Scostatevi... il Re giungo....* E dal consesso Chi vi allontana? *(il Coro si ritira)
Enr. Inopportuna or fora
La mia presenza, il primo colpo è sceso; Chi lo scagliò si asconda
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Her. . Oh ! come al laccio
Smeton cadea !
Enr. Nel career suo ritorni
Il giovili cieco, e a creder segua ancora, Finche sospesa e l'ora Della vendetta mia, d'aver salvata D'Anna la vita. - Ella si appressa...
Her. E quinci
Vien condotto Percy fra' suoi custodi.
Enr. Si eviti. (per uscire)
SCENA VI.
Anna e Percy da parte opposta in mezzo a Guardie, Enrico ed Hervey.
Anna Arresta, Enrico; '[Enr. vuol partire)
(avvicinandosi con dignità) Arresta.. . e m'odi. Enr. Ti udrà il Consiglio.
Anna A' piedi tuoi mi prostro;
Svenami tu, ma non espormi, o Sire,
All'onta d'un giudizio: il regio nome
Fa che in me si rispetti Enr. Hai rispettato
Il regio grado tu? Moglie d'Enrico,
Ad un Percy scendevi. Per. (che si era fermato in disparte, a queste parole si avanza) E tu di questo
Dispregiato Percy non ìsdegnasti
Farti rivale... e a lui l'amante hai tolta. Enr. Fellone! e ardisci?..
Per. Il ver parlarti: ascolta.
Sarò fra poco innanzi A tribunal più santo e più tremendo Che il tuo non sia. Giuro per quelio... io giuro Ch'ella non ti offendea... che me scacciava, Che all'audace mia speme ardea di sdegno...
Enr. Dell'amor suo più degno
Un vii paggio rendeva... Egli il confessa... E cento adduce testimoni..
Anna Cessa! (con forza)
A questa iniqua accusa Mia dignità riprendo, ed altamente
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]M Smeton seduttor te, Sire, io grido. Enr. Audace donna!! Anna Io sfido
Tutta la tua potenza. Ella può darmi Morte, ma non infamia. È mio delitto L'aver posposto al trono un nobii core Come il cor di Percy, l'aver creduta Felicità suprema L'esser di un Pve consorte. Per. Oh ! gioja estrema !
No, cosi turpe affetto Tu non nudrivi... io ne son certo; e lieto Con tal certezza li mio destino attendo... Ma tu vivrai... sì, tu vivrai. Enr. Che intendo?
Ambo morrete, o perfidi; Chi può sottrarvi a morte? Per. Giustizia il può...
Anna Giustizia 11
Muta è d'Enrico in Corte. Enr. Ella a tacersi apprese
Quando sul trono inglese Ceder dovette il loco Una Regina a te. Ma parlerà fra poco... Per. E tu l'ascolta, o Re.
Se d'un tradito talamo Dessi vendetta al dritto, Soltanto il mio si vendichi... Esso nel cielo è scritto. Sposi noi siam. Enr. Voi sposi !!..
Anna Ah ! che dì tu ?
Enr. Tant'osi? Per, Riprendo i dritti miei:
Ella sia resa a me. Enr. E sposa sua tu sei !.. Anna Io... (titubante)
Per. Puoi negarlo?..
Anna (Ahimè!...)
fa ire) v Per. Fin dall'età pia tenera Tu fosti mi:;, lo sai:
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Tu ini lasciasti; io, misero, Anche infedel t'amai. Quel clie mi t'ha rapita Ti toglie onore e vita... Le braccia io t'apro, io voglio Renderti vita e onor. Ah ! del tuo cor magnanimo Qua! prova a me tu dai ! Perisca i! di che, perfida, Te pel crude! lasciai !
Io non trovai nei soglio . Altro che affanno e orror. (Chiaro è l'inganno inutile, Chiara la trama assai .. Ma, coppia rea, non credere Ch'io ti smentisca mai... Dall'arte tua scaltrita Tu rimarrai punita. . . Più rio ne avrai cordoglio, Strazio ne avrai maggior.) Ai Consiglio sien tratti, o custodi. Anco insisti?
Il Consiglio ne ascolti, Ya, confessa gli antichi tuoi nodi: Non temer ch'io li voglia discioiti. Ciel! ti spiega furore reprèsso Più tremendo sul volto ti sta. Coppia iniqua! l'inganno tuo stesso SuU'odiato tuo capo cadrà.
(a tre]
(Salirà d'Inghilterra sul trono Altra donna più degna d'affetto : Abbonito, infamato, rejetto il tuo* nome, il tuo sangue sarà.
Quanto, ahi quanto! è funesto il tuo dono Altra donna giammai non apprenda ! L'Inghilterra mai più non intenda L'empio strazio che d'Anna si fa!
[Anna c Per. partono fra soldati).
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SCENA. VII. Enrico, indi Giovanna Seymour.
• Enr. Sposa a Percy pria che ad Enrico elì'era !
Sposa a Percy!! Non mai: menzogna è questa !
Onde sottrarsi alia tremenda legge .
Che la condanna mia colpe voi moglie. —
E sia pur ver: la coglie
Légge non men tremenda... e la sua figlia
Ravvolge anch'essa nella sua ruina. Gio. Sire...
Enh. Vieni, Seymour... tu sei Regina.
Gio. Ah! Sire... il mio rimorso
Mi guida al vostro piè. (per 'prostrarsi: Enr. Enr. Rimorso !.. la sollevai
Gio. Amaro,
Estremo, orrendo. - Anna vid'io... l'intesi... Il suo pianto ho sul cor. Di lei pietade E in un di me... Del suo morir cagione . Esser non vo\ nè posso... Ultimo addio Abbia il mio Re. Enr. »Più che il tuo Re son io:
»L'amante io son, l'amante »Ch'ebbe i tuoi giuri, e che fra poco all'ara » Al tri ne avrà più sacri. Gio. »Ah ! non gli avessi
»Maì proferiti que' funesti giuri »Che mi han perduta! Ad espiarli, o Sire, ' »Ne andrò in remoto asilo ove non giunga » Vivente sguardo, ove de' miei sospiri »Non oda il suono altri che il Ciel... Enr. Deliri? E donde in te si strano Proposto, o donna?" E speri tu, partendo, Anna far salva? Io più l'abborro adesso, L'abborrp or più che sì ti affligge e turba, Che a spegner giunge il tuo medesmo amore. Gio. Ah! non è spento... Ei mi consuma il core. Per questa fiamma indomita Alla virtù preposta... Per quegli amari spasimi, Pel pianto che mi costa...
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Odi la mia preghiera...
Anna per me non pera...
Innanzi -al cielo e agli uomini
Rea non mi far di più. Enr. Stolta! non sai... (s'apron le porte delle sale}'
Ma frénati:.
Sciolto è il Consiglio. Gio. Ah ! m'odi...
Enr. Frenati.
(severamente: Giovanna rimane afflittissima).
SCENA Vili.
Hervey con gli Sceriffi che portano la sentenza del Consiglio. — Accorron da tutte le parti i Cortigiani è le Dame, eco,
Her. I Pari unanimi
Sciolsero i regii nodi... Anna, infedel consorte, È condannata a morte, E seco ognun che complice E istigator ne fa. Coro A yoi, supremo Giudice,
Sommessa è la sentenza. Unica speme ai miseri È la rea! clemenza: I Re pietosi immagine Sono del ciel quaggiù. .Enr. Rifletterò: giustizia
Prima è dei Re virtù. (Prende la sentenza dulie mani degli Sceriffi. Gio. si avvicina ad Enr. con dignità. Il Coro s'arresta Gio. Ah! pensate che rivolti in lontananza)
Terra e cielo han gli occhi in voi; Che ogni core ha i falli suoi Per dovere altrui mercè. La pietade Enrico ascolti, Se al rigore è spinto il Re, Enr. f Basta: uscite, e ancor raccolti
\ Siano i Pari innanzi a me Coro j La pietade Enrico ascolti,
' f Se al rigore è spinto il Re. (Partono. Enr. entra nella sala del Consiglio).
SCENA IX.
Atrio nelle prigioni nella Torre di Londra. — Il fondo e le porle sono occupale da "soldati.
Percy ècoYt'aìò dalle Guardie, indi Rochefort.
Per. Tu pur dannato a morte,
Tu di niuil fallo reo? Roc, Fallo mi è grave
L'esser d'Anna fratello. Per. Gli ! in qual ti trassi
Tremendo abisso ! Roc. Io meritai cadervi,
10 che da cieca ambiz'ion sospinto, Anna sedussi ad aspirare al soglio. j
Per. Oh! amico... ai mio cordoglio
11 tuo s'aggiunge. Ah! se sperarti salvo Potessi ancor, men dolorosa e amara La morte mi farla questa speranza.
Roc. Dividiamci da forti... alcun s'avanza.
SCENA X. Hervey e detti.
Her. A voi di lieto evento
Nunzio son io. Vita concede ad ambi
Clemente il Pie. Per. Vita a noi soli! ed Anna?..
Her. La giusta sua condanna
Subir dev'eJia. Per. E me si vile ei tiene
Che viver voglia, io reo, quando ella more,
Ella innocente! a lui ritorna, e digli
Ch'io ricusai l'obbrobrioso dono. Her. Che ascolto? - Voi?... (a RoehefortJ
Roc. Pronto al supplizio io sono.
(si getta nelle braccia di Percy) Per. Vivi tu, te ne scongiuro,
Tu men tristo, e men dolente; Cerca un suolo in cui securo
oo
Abbia asilo un innocente: Cerca un lido in cui vietato Non ti sia per noi pregar. Ahi qualcuno il «nostro fato Resti in terra a'iàgrimar.
Roc. Oh! Percy, dì te meri forte, Meri costante non son io.
Her. Risolvete.
Roc. Udisti...
A 2 Morte.
Her. Si ari divisi.
A 2 Amico !.... addio.
Per. Nel veder la tua costanza
Il mio cor si rasserena: Non temea che la tua pena, Non soffria che iì tuo soffrir. L'ulti ora che s'avanza Ambidue sfidar possiamo, Chè nessun quaggiù lasciamo Nò timore, ne desir.
(si danno un addio, e partono fra saldai
SCENA XI.
Escono le Damigelle dalla prigione di Anna. Coro
Tutti Chi può vederla a ciglio asciutto, In tanto affanno, in tanto lutto, E non sentirsi spezzare il cor? A parti Or muta e immobile qual freddo sasso;
Or lungo e rapido studiando il passò; Or trista e pallida com'ombra in viso; Or componendosi ad un sorriso: In tanti mutasi diversi aspetti, Quanti in lei sorgono pensieri e affetti Nel suo delirio, nel suo dolor. Tutti Chi può vederla a ciglio asciutto, In tanto affanno in tanto lutto, E non sentirsi snezzare il cor?
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SCENA XII..
Anna dalla sua prigione in abito negletto, si avanza, lentamente, assorta in' prof ondi pensieri. Silenzio universale. Le Damigelle la circondano viva- mente commosse. Ella le osserva attentamente; sembra rasserenarsi.
Anna Piangete voi? donde tal pianto?.. È questo Giorno di nozze. 11 Re mi aspetta... è acceso, Infiorato l'aitar. - Datemi tosto Il mio candido ammanto; il crin m'ornate Gol mio serto di rose... Che. Percy non lo sappia - il Re l'impose. Coro Oh1 memoria funesta! Anna Oh! chi si duole?
Chi parlò di Percy?... Ch'io non lo vegga; Ch'io m'asconda a' suoi sguardi -È vano - Ei viene Ei m'accusa... ei mi sgrida. Oh! mi perdona... Infelice son io. Toglimi a questa Miseria estrema... Tu sorridi?... oh giojaL Non fìa, non fia che qui deserta io moja ! Al dolce guidami Castel natio, Ai verdi platani, Al queto rio Che i nostri mormora Sospiri ancor. Colà dimentico De' corsi affanni, Un giorno rendimi De' miei prim' anni, . Un giorno solo Del nostro amor. Coro Chi può vederla, ecc.
SCENA XIII.
Odesi suon di tamburi. Si presentano le guàrdie, Hervey e Cortigiani. Anna si scuole. t
Anna Qual mesto suon?... che vedo?..
Hervey! le guardie?... (le osserva attenta- ménte: rinviene dal suo delirio)
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Her. (alle guardie) Ite, e dal career loro
Sian tratti i prigionieri. Anna (atterrita) Oh ! in' quale istante
Del mio delirio mi riscuoti, o cielo!
A che mai mi riscuoti?..
SCENA ULTIMA. '
Escono da va/rie 'prigioni Rochefort, Percy, e poi ultimo Smeton.
ìli ! •
Anna Fratello!..
E tu, Percy!.. per mie, per me morite! Sme. Io solo, io vi perdei... me maledite...
(avanzandosi, si prostra a' piedi d'Anna) Anna Smeton!... (si ritira come sbigottita)
Per. Iniquo!
Sme. Ah! sì... lo son... ch'io scenda
Con tal nome fra l'ombre. Io mi lasciai Dal Re sedurre. - Io v'accusai credendo Serbarvi in vita; ed a mentir mi spinse Un insano desire, una speranza Ch'io tenni in core un anno intier repressa. Maleditemi voi...
Anna Smeton ! . . Ti appressa.
Sorgi - che fai? Gilè i'arpa tua non tempri? Chi ne spezzò le corde?
(Smeton è sempre in ginocchio, ella lo alza)
Roc. ' ' * Anna!
Per. Che dici?
Coro Ritorna a vaneggiar.
Anna Un suon sommesso
Tramandali esse come il gemer tronco Di un cor che more... Egli è il mio cor ferito Che l'ultima preghiera al ciel sospira. Udite tutti.
Roc. Per. Sme. Oh ! rio martir !
Coro Delira.
Anna Cielo, a' miei lunghi spasimi Concedi alfin riposo, ■ E questi estremi palpiti
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Siati di speranza, alni e n. Tutti L'estremo suo delirio
Prafluiiga, o ciel pietoso, Fa che la sua bell'anima Di te si desti in sen. (silenzio) (odami colpi di cannone in lontano e suonai" di campane. Anna rinviene a poco a poco) Anna Chi mi sveglia*? ove sono? che sento?
Suon festivo?, -che fia'? favellate. Coro Acclamata dal popol contento
È Regina... Anna Tacete... cessate.
Manca, ahi ! manca a compire il delitto D'Anna il sangue, e versato sarà. (si abbandona fra le braccia delle Damigelle} Tutti Ciel! risparmia al suo core trafìtto .
Questo colpo a cui regger non sa. Anna Coppia iniqua, l'estrema vendetta
Non impreco in quest'ora tremenda: Nel sepolcro che aperto m'aspetta, Col perdono sul labbro si scenda, Ei m'acquisti clemenza e favore Al cospetto d'un Dio di pietà (sviene) Tutti Sventurata!... ella manca... ella more! (si presentano gli Sceriffi a prandere i prigio* nieri. Roq. Sme. e Per. vanno loro incontro^ e additando Anna, esclamano) :
Immolata una vittima è già.
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